Tesoro della statale - Torna alla homepage
Idea e percorso di una mostra
Antonello Negri

A ottant'anni dalla fondazione, l'Università degli Studi di Milano presenta alcuni suoi sconosciuti tesori - artificialia e naturalia, prodotti dall'ingegno degli uomini, ma anche dalla natura - accomunati da un'originaria destinazione di studio, di conoscenza, di sapere. Si tratta di una selezionata rassegna di materiali, reperti, strumenti, preparati e volumi di speciale interesse storico e documentario, originariamente destinati alla ricerca e alla didattica: alcuni ereditati dagli Istituti che hanno concorso, nel 1924, alla nascita dell'Università, altri acquisiti nel corso degli anni, anche recenti, nella prospettiva, sempre, della ricerca e della conoscenza.

I termini latini rimandano alle origini del museo moderno, a quelle Wunderkammern, stanze delle meraviglie, dove la conoscenza del mondo passava attraverso una somma di microcosmi - naturalia e artificialia, appunto - raccolti per accumulo e spesso fantasiosamente interpretati: dall'unicorno al corallo, dall'automa meccanico all'ambra.

Da tale storico modello trae qualche suggestione il percorso espositivo, ideato come insieme cli spazi nei quali si svelano mirabilia: tavole parietali che un tempo insegnavano l'anatomia degli esseri viventi, diorami ed erbari, modelli di scomparse varietà di frutta, statue miologiche, cere dermatologiche, pesci fossili e carte geologiche storiche, modelli matematici tridimensionali, strumenti antichi di misurazione, cristalli organici, le collezioni egittologiche e papirologiche e così via.

Seguendo l'andamento delle settecentesche architetture della sede espositiva, la Rotonda della Besana, il percorso avvolge il cuore della mostra, costituito dallo strumento primo e più emblematico degli studi universitari: il libro. Lo spazio centrale è infatti dedicato alle collezioni di libri, antichi e moderni, delle biblioteche universitarie, tra le quali spiccano per valore storico la Biblioteca del Senato e i Fondi Alfieri e Cantù. Da preziosi nuclei di volumi miniati e cinquecentine si arriva ai fondi altrettanto ricchi del Centro Apice - Archivi della parola, dell'immagine e della comunicazione editoriale - legati alla storia letteraria e artistica della modernità e della contemporaneità.

D'altra parte, la ricerca pura può anche riflettersi - come più generalmente accade - nell'esperienza generale delle cose e della vita, incidendo significativamente su quanto si chiama il mondo reale. Poiché, alla fine, quanto distingue la ricerca universitaria, quella delle origini come l'attuale, è proprio il confronto diretto con la realtà, essenzialmente asato sulla descrizione scientifica - sempre e comunque ricca di applicazioni e ricadute - di cose, fenomeni e idee.

Altri sono, naturalmente, gli strumenti, i metodi e gli obbiettivi che vengono messi in campo in un presente saldamente radicato nel passato ma proiettato verso il futuro: un video ne propone una sintesi che non pretende di presentare esaurientemente gli attuali ambiti di ricerca avanzata dell'Università degli Studi di Milano, ma semplicemente di sottolineare ancora, per suggestioni puramente evocative, i sempre attuali, fecondi e non dissolubili intrecci della cultura scientifica con la cultura umanistica, sotto il segno dell'interdisciplinarità, della globalizzazione della conoscenza e delle applicazioni, più o meno dirette, della ricerca di base.

Si è ritenuto di completare la mostra con una serie di opere di un artista contemporaneo, Eugenio Ferretti, per dare evidenza alle possibilità di dialogo tra i diversi modi del sapere, poiché anche la ricerca artistica è una forma di conoscenza.

I suoi lavori - OPERA OMNIA- scandiscono il percorso espositivo con parole di evidenza lapidaria, che introducono e dialogano con le differenti sezioni.

Ciascun settore è infine contraddistinto da variazioni tonali di un colore di fondo e da scarti nell'orientamento del percorso, secondo un'organizzazione spaziale e cromatica disegnata da un altro maestro della ricerca artistica del nostro tempo, David Tremlett. L'invenzione di un'armonica risonanza tra i colori del luogo e del passato, il cotto della tradizione architettonica lombarda, i mirabilia esposti e la loro percezione attuale mira a determinare un ideale corto circuito tra passato e presente, nel nome di valori e sensibilità fuori dal tempo.

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